Tutti ce l'hanno con le Ferrovie
A questo punto parliamo di ferrovie.
Bene, se siete arrivati a leggere anche questa frase e non siete passati oltre manifestando una certa noia, allora possiamo affrontare l’argomento cercando un punto di vista diverso da quelli sentiti tutti i giorni. Non si vuole infatti elencare una lunga serie di disfunzioni e disservizi riscontrati in discorsi e impressioni personali che potrebbero sembrare intrisi di luoghi comuni. Purtroppo sarebbe un po’ come sparare sulla Croce Rossa (giusto per non parlare di luoghi comuni), per cui nel tentativo di sdrammatizzare la situazione e provare a scovare un aspetto nuovo del discorso, cercheremo ancora una volta gli aspetti più curiosi e grotteschi di situazioni che possono capitare tutti i giorni a qualsiasi ‘cliente’ delle Ferrovie.
Dire che le Ferrovie Italiane
funzionano male non è il solito luogo comune, è piuttosto quasi una tradizione così
radicata che a volte sembra che certe decisioni vengano prese solo per mantenere vivo
questo costume; cosa succederebbe infatti se il pendolare non potesse contare a botta
sicura sul ritardo del treno per giustificare un mancato appuntamento? Nel nostro paese
infatti, nessuno osa dubitare di una persona che tarda un appuntamento portando come
motivazione un treno che non arriva mai a destinazione. Per i ritardatari cronici la scusa
è ancora più sicura dellormai vetusto motivo del traffico cittadino; il treno è
infatti legato a orari fissi, mentre lauto permetterebbe ai volonterosi di partire
prima del previsto, anche se anticipo è in genere una parola assente nel
vocabolario dei lavoratori mobili.
Il carattere storico degli italiani, si sa, è tale per cui le persone hanno una rassegnazione insuperabile verso tutto quello che è pubblico: chi non si è stupito di fronte a un rimborso delle tasse o a un documento rilasciato nei tempi previsti? Oppure chi non si è mai trovato disorientato in una stazione, scaricato da un treno arrivato in orario? Questo aspetto è una delle cose più tipiche di noi italiani, nel senso che uno straniero riesce a riconoscere subito lItaliano perché, se non riesce a evitare la fila, si mette in coda paziente ma non troppo, preparato ad attese bibliche.
Cè invece unaltra cosa che provoca una rabbia tremenda e, come facilmente comprensibile, giustificata. Passi per il treno sporco, vecchio, con riscaldamento estivo e aria condizionata invernale senza mezze misure, passi per la partenza e larrivo in ritardo tutti i santi giorni da anni, tutti i giorni per gli stessi motivi tecnici (viene da pensare che nelle ferrovie ci devono essere dei tecnici proprio in gamba ..). Può anche essere sopportabile la lunga attesa negli atri delle stazioni esposti a tutte le intemperie, se non si vuole rischiare lincolumità o la salute in una sala dattesa; si può accettare di viaggiare così schiacciati da ricevere la comprensione delle sardine, ma certe cose sembrano proprio pensate per fare andare in bestia anche il viaggiatore più paziente! Si può anche essere rassegnati al punto da accettare tutte queste angherie, ma sentire il ministro di turno dichiarare giocondo che il 95% dei treni arriva in orario, questo è proprio insopportabile! Viene da chiedersi come accidenti sono fatte queste statistiche, forse considerando i treni che partono in orario, o quelli che quando arrivano trovano qualche eroe paziente ad attenderli; non vorremmo certo pensare che si tratta di propaganda .. dato che in fondo dalle nostre parti vivono i migliori esperti del settore. Anche prendendo per buone queste affermazioni, viene spontaneo chiedersi come ami allora, il 95% dei passeggeri si trova a viaggiare su quel 5% dei terni che arriva in ritardo.
Come se non bastasse, dopo lintervista interminabile che segue lannuncio con dati su nuovi investimenti, servizi e ristrutturazioni, casomai qualcuno fosse riuscito a mantenere la calma, ecco allora che arriva un bello spot sulla magnificenza delle nostre Ferrovie; vai a chiederti dove accidenti vivono tutti questi che ti parlano di come è bello, comodo e sicuro viaggiare sui binari, e soprattutto, se siano mai saliti su un treno in Italia.
Per unanalisi più vera della situazione ferrovie dal punto di vista dei viaggiatori, è necessario prima di tutto essere appunto viaggiatori (non occasionali) e quindi un viaggiatore di treni pendolari, possibilmente in diverse fasce orarie. Se ci limitiamo a considerare i cosiddetti Intercity, che hanno tutte le precedenze e trasportano pochi eletti, allora è facile che le statistiche abbiamo qualche giustificazione, ma da qui a dire che le Ferrovie funzionano E come se fosse condotta uninchiesta sul traffico considerando solamente i possessori di permessi per corsie preferenziali o di scorta con sirena.
Sui treni pendolari infatti, si può avere lo spaccato più fedele della massa di utenti (e contribuenti) delle Ferrovie e vivere le esperienze più inattese. Intanto bisogna fare una precisazione: da qualche tempo anche i pendolari si sono evoluti; sarebbe infatti più consono chiamarli alti frequentatori, secondo la trovata geniale di colui che ha pensato di ribattezzare (casualmente in prossimità di elezioni) i nuovi treni pendolari come: treni ad alta frequentazione, pensando di fare un favore agli utenti. A un certo punto ci si è trovati quindi a utilizzare treni bellissimi, modernissimi e climatizzati, allinterno dei quali spicca con sarcasmo una scritta scorrevole del tipo: treno ad alta frequentazione (TAF); ***vietato fumre*** galarate. A parte lopportunità di non azzardarsi a fumre, molta gente rimane perplessa di fronte alla possibilità di arrivare a una destinazione ignota (per i non varesotti una destinazione plausibile potrebbe essere Gallarate, magari scritto anche maiuscolo). Chi potrebbe mai obiettare di un utilizzo così proprio dello strumento informatico che, in fondo, non sarà costato che qualche miliardo? Dato che certi amministratori non riescono proprio a pensare un lavoro fatto come si deve, ecco che questi treni sono anche il frutto una trovata geniale: sono convogli di quattro carrozze, andati a sostituire i vecchi treni pendolari che ne utilizzavano circa una decina. Dopo un primo periodo durante il quale lutente può provare a illudersi che si stia attraversando una fase sperimentale, potrebbe sorgere il dubbio che ci sia sotto qualcosa di curioso per cui questi TAF, si ostinano a viaggiare con quattro carrozze. Se un giorno non capitasse di trovare, evento raro, un controllore ben disposto (trovare il controllore, non che sia ben disposto), si potrebbe passare una vita a cercare una giustificazione nemmeno lontanamente paragonabile alla realtà. Lidea incomparabile dei tecnici, evidentemente gli stessi che causano i motivi tecnici, è stata quella di progettare convogli dove tutti i vagoni fossero in contatto tra loro tramite dei computer; fin qui niente di strano anzi, sembra uninnovazione decisamente interessante. Ma siccome in Italia non si può mai sapere se e come andrà a finire, ecco il colpo di scena: la progettazione è fatta così bene che i computer comunicano (e il treno si muove) solo se le carrozze sono esattamente quattro; non di più e non di meno. Vogliamo ancora negare limbattibilità della creatività italiana?
Un'altra situazione
paradossale si svolge in una umida mattina di autunno sulla stessa tratta. Alle ore 9.10
arriva il treno delle 8.45 con un certo sollievo degli aspiranti viaggiatori che forse
potranno raggiungere la propria meta in tempo utile per aspettare il treno del ritorno. A
convoglio arrestato gli ignari si dirigono verso le porte di ingresso in attesa
dellapertura; vedendo passare a bassa velocità o primi vagoni si era potuto intuire
una disponibilità di posti libero al limite del sospetto. Dopo qualche istante di attesa
vana, dal finestrino del locomotore si sporge unta testa tentennante che annuncia:
QUELLA porta è rotta, lì non potete salire. Fino a qui niente di nuovo,
anche se uno si potrebbe aspettare che certe porte non restassero inagibili per settimane,
ma non vale la pena di preoccuparsi quando a pochi metri cè un'altra porta. Già, a
pochi metri cè unaltra porta, ma nessuno ha detto che quella avrebbe
funzionato; infatti anchessa era saldamente chiusa. Cominciando a intravedere alcune
facce perplesse, uno rapido sguardo lungo il marciapiede consentiva di notare uno strano
assembramento avanti a una stessa porta, lunica aperta. Avvicinandosi alla porta
superstite lo sguardo cade sulla lunghezza del convoglio e sulla situazione reale; su un
treno di dieci vagoni, ben 9 (nove!) hanno le porte inagibili! La ressa davanti
allunica entrata appare quindi giustificata; un po meno prevedibile è invece
la situazione grottesca allinterno del treno. Tutte le carrozze prive di accesso,
per evidenti ragioni di sicurezza, sono dichiarate inagibili e chiuse ai passeggeri.
Risultato: un convoglio di dieci vagoni per far viaggiare tutti i pendolari (questo non
era un TAF e quindi su di esso non ci si può fregiare del titolo di Alti Frequentatori)
abilmente pressati in ununica carrozza tanto da provocare linvidia di un
branco di sardine. Non era proprio possibile tenere ferme le carrozze in modo da
consentire a un comune meccanico di effettuare la riparazione? Non esistevano proprio
altre carrozze? In mancanza di meglio poteva andare anche un vagone merci, qualcuno non
avrebbe trovato molta differenza, ma forse per utilizzarlo sarebbe stato necessario pagare
un supplemento.
Sono solo due esempi, i più clamorosi di quello a cui è necessario prepararsi quando si entra in una stazione. Non vuole essere una denuncia, ma solo pura cronaca. Non ci sentiamo di esprimere apprezzamenti per quello che funziona e per quel tanto reclamizzato 95% dei treni che arriva puntuale (forse tutti piuttosto si chiedono perché il restante 5% è proprio sulla loro tratta); in quanto servizio, dovrebbe essere la norma e non un grande risultato; se poi diventasse rilevante una cosa del genere, allora sì che ci sarebbe da preoccuparsi, vorrebbe dire che si tratterebbe veramente di eccezioni.
Buon viaggio e, attenti: state sicuri che lunica volta che voi siete in ritardo, quello è lunico giorno che il vostro treno è puntuale, e il peggio è che non potete neanche protestare.