I sinistroidi


Tra le variegate categorie che popolano il pianeta e con le quali capita spesso di scontrarsi, con il passare del tempo ce n’è una che comincia a prendere piede in misura preoccupante. Si tratta dei cosiddetti ‘sinistroidi’, vale a dire coloro che (per tranquillità è bene precisare che non hanno niente a vedere con la politica) viaggiano generalmente a bordo di un’autovettura e sentono un’attrazione irresistibile per il lato sinistro della sede stradale. Rivelando tracce di probabili origini o di influenze anglosassoni che si sono infiltrate a livello genetico nel corso di qualche viaggio all’estero o sono state introdotte in Italia da qualche turista, questo virus si propaga irrimediabilmente, provocando evidente disagio negli abituali viaggiatori che si vengono a trovare sempre più fuori luogo. Si ha già notizia di alcune associazioni, nate a difesa dei nativi ‘destroidi’, che sembrano intenzionate a chiedere lo status di specie in via di estinzione e le relative forme di tutela.AG00027_.gif (4621 byte)

Habitat naturale dei sinistroidi sono naturalmente tutte le strade, ma questi soggetti riescono a dare il meglio di sé sulle larghe strade extraurbane e soprattutto sulle superstrade e autostrade. In città infatti, una serie di cause legate dell’alta densità del traffico impedisce che si realizzino le condizioni ideali che consentono alla specie di esprimersi al meglio; si tratta del poco spazio disponibile, delle continue svolte richieste dal flusso del traffico, della scarsa velocità raggiungibile. Fattore non secondario è inoltre la presenza di energumeni poco inclini a lasciarsi stringere da parte e farsi tagliare la strada più di una volta al giorno, ma decisamente più propensi ad avere contatti ravvicinati dalle possibili conseguenze spiacevoli al primo semaforo rosso.

Scarsi invece gli effetti prodotti dalla presenza di persone che qualcuno ritiene appartenere alla categoria di tutori dell’ordine i quali, viaggiando spesso in coppia, sono più propensi a rivolgere la loro attenzione sul traffico all’interno di certi locali dotati di bancone e a piantonare zone meno frequentate dagli automobilisti, rivelando un certo rifiuto verso il rilevamento delle infrazioni. Alcuni studiosi avanzano ipotesi sulla grande capacità di stazionare sugli incroci in misura inversamente proporzionale alla mole del traffico.

Spostandoci all’esterno delle città, verso arterie di grande scorrimento, è quindi possibile apprezzare il meglio del nostro guidatore sinistroide. I primi evidenti segnali di questa presenza, con il magico potere di provocare reazioni scomposte e incredule da parte dei comuni guidatori che passano varie decine di chilometri a porsi domande amletiche sulle cause di questi comportamenti all’apparenza incomprensibili, si possono già notare sulle strade a una corsia per ogni senso di marcia, ma abbastanza larghe per non costringere alla marcia in fila indiana. Tralasciando per il momento le forme più spinte di questa natura che misteriosamente porta aspiranti suicidi a viaggiare a cavallo della striscia mezzeria, è possibile notare come il sinistroide senta una spinta irresistibile a seguire una linea immaginaria posizionata ad almeno a dieci o venti centimetri più a sinistra rispetto alla vettura che precede. Nei casi più spinti il soggetto tende inoltre a volersi ‘agganciare’ al bagagliaio del pilota che lo precede non allontanandosi più di qualche centimetro. Sembra che in questo caso il comportamento sia provocato da un altro fattore spesso presente in questa categoria: la convinzione di dover necessariamente stare davanti al mezzo che precede e avere quindi un diritto divino di sorpasso a tutti i costi. A questo si accompagnano evidenti manifestazioni di disappunto se il malcapitato davanti osa non farsi subito da parte in modo da agevolare il passaggio adducendo magari scuse ritenute incomprensibili, come per esempio la presenza di un fossato o un burrone. Una ulteriore aggravante si ha poi quando il mezzo che il sinistroide ‘deve’ superare osa a sua volta superare un veicolo molto lento tipo triciclo o trattore oppure cambia leggermente traiettoria rifiutandosi di centrare in pieno un malcapitato ciclista o una buca.AG00108_.gif (1629 byte)

Con le strade a due corsie si entra nel vero e proprio regno dei sinistroidi. Per nessuna ragione al mondo infatti, il guidatore si sposterà dalla corsia di sinistra, aumentando ad ogni metro percorso in questa condizione la propria autostima e covando dentro di sé un certo rancore per quel paracarro o gard-rail che gli impedisce di spostarsi ulteriormente a sinistra nell’altra carreggiata, come gli suggerisce l’istinto. Leggende metropolitane narrano di persone che sono riusciti a viaggiare in corsia di sinistra da Milano a Reggio Calabria, rifiutando fermate agli autogrill, notoriamente con una inconcepibile uscita a destra, effettuando invece rifornimenti in corsa da autobotti lanciate a tutta velocità. Sembra inoltre che queste persone abbiano un cruscotto personalizzato dove di fianco al contachilometri classico se ne trova un secondo che si attiva automaticamente al posizionamento sulla corsia bramata; è il valore del rapporto tra questi due indicatori a determinare il rango all’interno della specie.

A meno di raptus che portano a improvvisi tagli verso destra, è’ invece appurato che il sinistroide puro rifiuta mezzi di pagamento come telepass e viacard in quanto notoriamente le apposite porte ai caselli sono di solito collocate a destra; le numerose richieste rimaste inascoltate di provvedere in merito vengono considerate come una sorta di razzismo strisciante che tende a innervosire i già esagitati soggetti.

Se in presenza di due corsie la situazione può generare casi assurdi come flussi di traffico totalmente riversati in corsia di sorpasso e incoscienti esasperati che superano sulla destra secondo i canoni della viabilità inglese (un ottimo banco di prova è la tangenziale di Napoli), le tre corsie riescono a generare un caos ben più articolato. Fermo restando i casi limite di attaccamento morboso al corridoio di sinistra indipendentemente dal loro numero, è possibile notare invece situazioni in cui la tendenza esiste ma è meno pronunciata. Si notano infatti lunghe colonne di viaggiatori che, pur tendendo comunque a seguire lo stile inglese, al sopraggiungere di un sinistroide puro e fiero, segnalato dal morboso sfarfallio di fari abbaglianti stile rally, si spostano nella corsia centrale da dove fanno fatica a smuoversi anche in prossimità dell’uscita o dove stanno solo il tempo strettamente necessario a far passare l’aspirante capo branco. Secondo l’opinione di molti rimane tuttora misterioso il motivo che ha portato alla presenza di una terza corsia sulla destra della carreggiata, spesso dimenticata dai guidatori o patria dei più spinti ribelli che per non essere da meno dei sinistroidi, si lanciano a tutta velocità in corse parallele provocando scompensi cardiaci agli occupanti della corsia centrale. Anche questo comportamento è comunque riconducibile all’etica sinistroide come rivela l’improvviso scarto che tipicamente viene fatto sulla corsia genetica all’approssimarsi del primo camion.BD05679_.WMF (11546 byte)

Per i pochi fortunati (?) che percorrono il tratto Milano-Lainate è infine possibile avere un raro esempio di habitat su autostrada a quattro corsie. Contrariamente a ogni pensiero dettato dal buon senso in questo tratto è possibile notare atteggiamenti che superano il limite di qualsiasi pensiero umano privo di turbe. Sembrerebbe infatti spontaneo pensare che, se anche una persona proprio non vuole saperne di viaggiare sulla corsia di destra più libera, almeno risieda stabilmente su quella adiacente, soprattutto in totale assenza di traffico. La realtà invece rivela un inspiegabile e preoccupante affollamento della terza corsia dove si trovano i sinistroidi meno invaghiti, ma anche un gran numero di persone convinte di essere tenuti esclusivamente a lasciare libera una corsia per il sorpasso. E’ facile immaginare l’evolversi di un traffico di questo tipo dove, causa il grande latitare di strumenti di controllo, tutti superano tutti in qualsiasi modo, dove capita o dove è più gradito. Così se i sinistroidi viaggiano rasenti alla barriera centrale, i moderati su quella subito vicino, le altre due diventano territorio di sfide tra camionisti ed emuli di Schumacher convinti di essere divinamente ispirati e pertanto obbligati a quel comportamento. Sembra che visto dall’alto questo tronco ricordi un formicaio impazzito e sia sponsorizzato da un consorzio di carrozzieri i cui cartelloni pubblicitari ne presidiano buona parte.TN00607A.gif (1499 byte)

Una citazione particolare merita un raro esempio di viabilità realizzato sulla tangenziale est di Milano. Regno prediletto dei sinistroidi è infatti lo svincolo per l’aeroporto di Linate in direzione di Bologna; l’infiltramento di un sinistroide nel pool progettuale ha infatti straordinariamente portato alla realizzazione di una rampa di uscita proprio collocata sulla sinistra, per lo stupore e la successiva nevrosi dei guidatori che transitano da quelle parti. Inutile dire quanto sia trafficato dai sinistroidi questo svincolo; si narra addirittura che un leader della specie sia riuscito a transitare su queste rampe fino a cento volte in un solo giorno feriale.

Al di là dell’utilità questa lunga digressione che vuole soprattutto provare a portare un po’ di buonumore in una delle categorie più stressate del pianeta e degli aspetti più divertenti della questione, un dubbio continua a ronzare insistentemente nella testa a un qualsiasi autista ‘convenzionale’ si trovi circondato da questi esemplari; perché?


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