sabato 26 gennaio 2008

 

Portabilità ad ostacoli

Da diversi giorni, anzi settimane, sono impegnato a trasferire, anzi cercare di trasferire, il numero di telefono del cellulare da Vodafone a Wind. Già da tampo le tariffe del primo operatore non mi soddisfacevano più, ma un'analoga richiesta di portabilità avanzata un anno fa aveva per lo meno prodotto un rilancio da Vodafone: dodici mesi a condizioni decisamente interessanti. Con la promessa che, se mi fossi trovato bene, mi sarebbero state confermata in via definitva.

Nautralmente, scaduti i 12 mesi nessuno si è fatto vivo e nessuno ha dato credito alla mia tesi. Di conseguenza, non tanto per gli effettivi vantaggi promessi da Wind, tutti da verificare anche se certamente almeno allo stesso livello, quanto per questo comportamento è maturata la decisione di cambiare il numero.

Ma qui è cominciata una movimentata avventura. Primo passo, trovare su Internet un rivenditore Wind. Compito facile, tanto fa potervisi recare in pochi minuti. Ma, con già il contratto e la fotocopia dei documenti in mano, sorge il primo ostacolo. Avendo scelto una forma di abbonamento e non di ricaricabile (non sopporto l'idea di pagare in anticipo una quantità di telefonate, che non mi vengono neanche riconosciute tutte), è necessario recarsi in un punto Wind.

Ritorno a casa, nuova consultazione sul Web, e relativa trasferta nella vicina cittadina per espletare il tutto. Secondo contrattempo, il punto Wind individuato è privo di SIM (più o meno come se il concessionario d'auto avesse finito le automobili).

Ritorno a casa, terza consultazione del sito Wind (sorge la tentazione di chiedere un bonus per ogni pagina visitata) e nuova trasferta. Questa volta non è più un negozio generico che si occupa anche di telefonia (con commessa peraltro indaffarata in tutt'altro e vagamente scocciata dal mio arrivo), ma un centro di telefonia cellulare vero e proprio. Non solo le tessere Wind sono esaurite, ma, come comunica la commessa, non ne prenderà più perchè a breve diventerà punto Vodafone. Ahi, non è esattamente la notizia che uno vuole sentire da un professionista quando sta facendo esattamente il percorso inverso.

Decido così di prendere qualche gionro di riflessione, per rivalutare meglio le condizioni. Nel frattempo, come caldeggiato dal sito Wind, chiedo un contatto via email. Prontamente, il giorno dopo vengo contattato per telefono da un accorto operatore che mi colpisce con una raffica di vantaggi da togliere il fiato (a lui, dalla velocità con cui le ha dette). Mi lascia con la promessa di richiamare dopo pochi giorni per avere mie notizie. Sto ancora aspettando.

Nel frattempo, prosegue la ricerca di negozi. Ormai abbiamo superato il raggio dei 15 Km da casa. Vale quindi la pena di fare un tentativo con il numero verde, il quale rimanda a un altro call center, il quale rimanda al numero riservato alle aziende e ai liberi professionisti.

Ormai seriamente provato, come per miracolo trovo finalmente una gentile signora che in tutta calma e chiearezza mi illustra tutti i dettagli, consigliandomi anche quali opzioni valutare. Vista la fatica per arrivare a questo punto, pur di chiudere la faccenda (vuoi vedere che è una strategia di vendita a lungo elaborata?) decido per la sottoscrizione.

Cala il silenzio per qualche giorno. Una nuova chiamata permette di scoprire la pratica "è partita proprio ora" (molto sospetto; praticamente è stata recuperata dal fondo di una pigna di fogli, se non dal cestino) e che a giorni sarà tutto risolto.

E così è, (sembra) infatti. Nel giro di 24 ore vengono recapitati un nuovo telefono e la relativa SIM (con consegne distinte...).

Sembra tutta discesa. Ora la palla passa a Vodafone che deve dare seguito alla richiesta di portabilità. Pochi giorni dopo Wind comunica una data da lì a una settimana. Da Vodafone invece, è calato il silenzio.

Poco prima dello scadere della settimana, da Wind arriva una nuova comunicazione via SMS. Una nuova data, alcuni giorni dopo quella prevista in precedenza per "mancata autorizzazione da parte di Vodafone". Alla faccia della trasparenza e della legge: ora è Vodafone che deve autorizzare una mia scelta?

Ma, in realtà, era tutta una scusa per guadagnare tempo e studiare una contromossa adeguata a non lasciarsi sfuggire un cliente fondamentale come il sottoscritto. E, infatti, l'offerta è adeguta: possibilità di parlare per un anno con il numero You & Me a costo zero. Fatti i conti, il mio valore commerciale per Vodafone è qualcosa come un paio di euro al mese. Forse anche troppi, sì ma per restare un minuto di più.

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lunedì 7 gennaio 2008

 

I temerari sovversivi del tergicristallo

Quello spirito bonario, sincero o meno, che solitamente si diffonde durante il periodo delle festività, sembra invece non riguardare alcune persone, che non si rilassano mai.

Non mi riferisco tanto a quelli che non smettono mai di lavorare, ma all'ignoto/a (e già questo la dice lunga sulla sua attendibilità) soggetto che qualche giorno fa ha lasciato un curioso volantino sotto il tergicristallo della mia auto.

Appurato rapidamente che non si trattasse di una contravvenzione e buttato come al solito nella zona 'immondizia' dell'abitacolo (anche se considero tutti i volantini di carta straccia, non li butto per terra), pronto a cestinarlo definitivamente alla prima occasione. Tra un semaforo e l'altro però, mi cade l'occhio sul contenuto, così da constatare che non si tratta della solita inutile pubblicità.

Il messaggio è infatti la fotocopia di un foglio di quaderno scritto a mano, e anche abbastanza sgrammaticato. Il primo pensiero è che si possa trattare di una richiesta di soldi da qualche mendicante nei dintorni pronto a farsi vivo. La realtà, purtroppo, è ben più squallida.

Il testo è un delirante attacco contro i tanto odiati 'americani' e tutte le angherie (a detta del coraggioso autore anonimo) alle quali costringono in mondo intero e l'Italia in particolare.

Nel tentativo di dare più sostanza alla denuncia, si coinvolgono anche la Chiesa (scagliarsi contro il Vaticano fa sempre effetto per un aspirante ribelle rivoluzionario anticonformista) e la rinomata influenza a livello mondiale dell'attuale opposizione nostrana.

Tra accuse degne della trama di un film di spionaggio di modesta fattura e inviti a sollevazioni di massa, il testo sarebbe quasi divertente, se non contenesse inviti neanche tanto espliciti a compiere atti di protesta che in genere sono il pretesto per violenze e vandalismi gratuti e indiscriminati.

Più che soffermarmi sul testo completo, (visibile qui, visto che comunque merita una lettura), il mio pensiero è andato prima di tutto alle persone chiamate in causa. Fermo restando che l'attuale Presidente degli USA difficilmente passerà alla storia per i propri meriti, mi sono chiesto che opinione potrebbe farsi degli italiani un americano che dovesse leggere tale manifesto.

Non ci è voluto molto a verificare la situazione. Qualche tempo fa ho conosciuto un ragazzo nato e cresciuto negli Stati Uniti e venuto a mettere su famiglia da queste parti (francamente, non ha l'aria di una spia o di un colonizzatore). Gli ho presenteto il volantino un po' imbarazzato, e ho ricevuto in cambio una grande lezione di stile. Brian, questo il suo nome, con il suo simpatico italiano yakee, non si è scomposto più di tanto. Anzi, forse per non mancare di rispetto al Paese che lo ospita, è arrivato ad affermare che su certe cose si potrebbe anche discuterne.

Già, mi è venuto in mente, solo che per discutere bisogna essere in due, ed è abbastanza problematico se chi lancia le accuse strepita e basta e subito dopo si nasconde.

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