lunedì 7 gennaio 2008

 

I temerari sovversivi del tergicristallo

Quello spirito bonario, sincero o meno, che solitamente si diffonde durante il periodo delle festività, sembra invece non riguardare alcune persone, che non si rilassano mai.

Non mi riferisco tanto a quelli che non smettono mai di lavorare, ma all'ignoto/a (e già questo la dice lunga sulla sua attendibilità) soggetto che qualche giorno fa ha lasciato un curioso volantino sotto il tergicristallo della mia auto.

Appurato rapidamente che non si trattasse di una contravvenzione e buttato come al solito nella zona 'immondizia' dell'abitacolo (anche se considero tutti i volantini di carta straccia, non li butto per terra), pronto a cestinarlo definitivamente alla prima occasione. Tra un semaforo e l'altro però, mi cade l'occhio sul contenuto, così da constatare che non si tratta della solita inutile pubblicità.

Il messaggio è infatti la fotocopia di un foglio di quaderno scritto a mano, e anche abbastanza sgrammaticato. Il primo pensiero è che si possa trattare di una richiesta di soldi da qualche mendicante nei dintorni pronto a farsi vivo. La realtà, purtroppo, è ben più squallida.

Il testo è un delirante attacco contro i tanto odiati 'americani' e tutte le angherie (a detta del coraggioso autore anonimo) alle quali costringono in mondo intero e l'Italia in particolare.

Nel tentativo di dare più sostanza alla denuncia, si coinvolgono anche la Chiesa (scagliarsi contro il Vaticano fa sempre effetto per un aspirante ribelle rivoluzionario anticonformista) e la rinomata influenza a livello mondiale dell'attuale opposizione nostrana.

Tra accuse degne della trama di un film di spionaggio di modesta fattura e inviti a sollevazioni di massa, il testo sarebbe quasi divertente, se non contenesse inviti neanche tanto espliciti a compiere atti di protesta che in genere sono il pretesto per violenze e vandalismi gratuti e indiscriminati.

Più che soffermarmi sul testo completo, (visibile qui, visto che comunque merita una lettura), il mio pensiero è andato prima di tutto alle persone chiamate in causa. Fermo restando che l'attuale Presidente degli USA difficilmente passerà alla storia per i propri meriti, mi sono chiesto che opinione potrebbe farsi degli italiani un americano che dovesse leggere tale manifesto.

Non ci è voluto molto a verificare la situazione. Qualche tempo fa ho conosciuto un ragazzo nato e cresciuto negli Stati Uniti e venuto a mettere su famiglia da queste parti (francamente, non ha l'aria di una spia o di un colonizzatore). Gli ho presenteto il volantino un po' imbarazzato, e ho ricevuto in cambio una grande lezione di stile. Brian, questo il suo nome, con il suo simpatico italiano yakee, non si è scomposto più di tanto. Anzi, forse per non mancare di rispetto al Paese che lo ospita, è arrivato ad affermare che su certe cose si potrebbe anche discuterne.

Già, mi è venuto in mente, solo che per discutere bisogna essere in due, ed è abbastanza problematico se chi lancia le accuse strepita e basta e subito dopo si nasconde.

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mercoledì 12 dicembre 2007

 

Il marketing di carta straccia

Tutte le volte che, non senza una certa fatica, deposito fuori di casa il solito pesante scatolone pieno di carta per la raccolta differenziata, non riesco a fare a meno di pensare ad alcune considerazioni.

Buona parte di quel peso che mette a dura prova la mia schiena è perfettamente inutile. La quantità di carta risultato del normale utilizzo mio e della mia famiglia si riduce infatti a imballaggi e qualche giornale e rivista. Tutto il resto, è carta sprecata, nel senso che in un Paese civile non doveva neppure arrivare nelle mie mani.

A parte una quota di imballaggi comunque inutili (per esempio quelli utilizzati per contenere i tubetti di salse e dentifrici), la maggior parte del carico inutile è pubblicità. Pubblicità recapitata per posta o comunque trovata nella casella grazie agli instacanbabili distributori di volantini non richiesti.

Alcuni in particolare, dei quali voglio fare i nomi, lasciano perplessi, per non dire irritati. Il primo è Sky. Il monopolista della TV via satellite infatti, non contento di telefonare a casa con cadenza almeno quindicinnale per le sue 'imperdibili' proposte (e nonostante i ripetuti inviti a rimuovere il mio nominativo), sente anche la necessità di inviare per posta almeno tre corposi plichi al mese, usando almeno due forme diverse del mio nome. Inutile dire che tali plichi sono destinati direttamente al cestino non appena visto il mittente.

In un periodo in cui qualsiasi attività commerciale si vanta di preoccuparsi dell'ambiente, difficile fare a meno di pensare al costo 'ecologico' di tale politica arrogante di marketing. Questa documentazione viene infatti stampata (usando carta e inchiostri), confezionata (impiegando energia), spedita (sfruttando trasporti su strada) e recapitata a domicilio per finire direttamente al macero. Il tutto, facile prevedere, moltiplicato per un numero imprecisato di destinatari altrettanto presi di mira. Con costi, non appare azzardato ipotizzare, che ricadono sugli sventurati abbonati.

Il secondo esempio è l'agenzia immobiliare Tempocasa (ma anche il concorrente Tecnocasa si sta prontamente adeguando). Come quasi tutti i palazzi, il condominio dove risiedo ha predisposto una casella esterna collettiva per la pubblicità (in pratica un cestino elegante) dove finiscono decine e decine di volantini e opuscoli (anche loro stampati e portati a spasso per niente) al giorno. Tranne naturalmente quelli di Tecnocasa, i cui 'postini' si ritengono superiori agli altri e devono intrufolarsi a tutti costi all'interno del palazzo per inserire le proprie cartacce direttamente nelle caselle personali. Anche in questo caso, non è difficile ipotizzare il risultato controproducente.

Ci sarebbe altro da aggiungere, ma per il momento meglio fermarsi qua. Anche perchè devo andare a svuotare la casella prima che il postino rinunci a imbucare la posta, quella vera.

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